La giornata è iniziata con la Lectio Divina sul brano evangelico di Luca (Lc 7,36-50) tenuta dal Vescovo della Diocesi di Lanusei Antonello Mura sul gesto profetico della donna di Betania icona della Tenerezza e dell’affettività in famiglia.
Per la nostra Associazione è stata una gradita sorpresa la scelta biblica del Vescovo, che ha sottolineato nella sua riflessione il gesto gratuito e appassionato che la donna rivolge a Gesù e che si diffonde come profumo di una sana affettività familiare capace di curare la sclerocardia relazionale.
I coniugi Barbara e Stefano Rossi riprendono gli spunti biblici, spirituali e concreti del Vescovo attraverso un breve commento personale all’Unzione di Betania come gesto di tenerezza di donazione di sé senza timore di sprecare questi atti di amore gratuito per l’altro-Altro. Anche la coppia della Casa della Tenerezza ha affermato l’urgenza di un’educazione ad un’autentica e profonda maturità affettiva in famiglia partendo dalla riflessione, nel capitolo quarto dell’Esortazione Apostolica Amoris Laetitia (2016) di Papa Francesco sulla gioia dell’Amore (dove al paragrafo 120 viene descritta la carità coniugale partendo dalla lettura dell’Inno all’Amore di San Paolo nella dimensione dell’affettività, della spiritualità e fino all’oblatività):
È « un’unione affettiva », spirituale e oblativa, che però raccoglie in sé la
tenerezza dell’amicizia e la passione erotica, benché sia in grado di sussistere anche quando i sentimenti e la passione si indebolissero. Il Papa Pio
XI ha insegnato che tale amore permea tutti i doveri della vita coniugale e «tiene come il primato della nobiltà». Infatti, tale amore forte, versato dallo Spirito Santo, è il riflesso dell’Alleanza indistruttibile tra Cristo e l’umanità, culminata nella dedizione sino alla fine, sulla croce: «Lo Spirito, che il Signore effonde, dona il cuore nuovo e rende l’uomo e la donna capaci di amarsi come Cristo ci ha amato. L’amore coniugale raggiunge quella pienezza a cui è interiormente ordinato, la carità coniugale ».
Cosa può aiutare la coppia a vivere una sana affettività?
La Tenerezza!
In una prospettiva non di tenerume come evidenzia sempre Don Carlo Rocchetta ma in un percorso di bellezza familiare che ci permette di partire dalla fragilità per rialzarsi e metterci in cammino con gioia (che dilata il cuore anche in mezzo alle tensioni come dice Papa Francesco).
L’Associazione ha partecipato al dibattito con interesse per ascoltare le diverse esperienze nella Diocesi, poi è intervenuta ringraziando per l’accoglienza e per il dono della Lectio sul brano che fonda la spiritualità scelta dal nostro team nello Statuto e per il Gruppo Territoriale della Spiritualità della Tenerezza di Cagliari, infine è stata posta una domanda sia al Vescovo rispetto alla sua esperienza ecclesiale che alla famiglia Rossi che può essere così sintetizzata:
Come diffondere il profumo della tenerezza, secondo l’esempio dell’Unzione di Betania, in tutta la Chiesa nella sua integrità, quindi sia laici, che sposi e pastori?
Barbara partendo dall’invito dell’ Amoris Laetitia a formare laici preparati, non clericalizzati ma attivamente corresponsabili con i pastori a servizio della famiglia come testimonia l’esperienza riuscita che vivono alla Casa della Tenerezza.
Il Vescovo ha colto questa nostra domanda per evidenziare che tutti sono chiamati a vivere un’autentica affettività che a livello relazionale coinvolge anche le comunità cristiane nella loro interezza, con l’invito di diffondere il profumo di Betania, che per tutta la Chiesa è profumo di Cristo, mai sprecato sempre donato e capace di inebriare tutti senza escludere nessuno.
Ha risposto con passione alla nostra domanda soffermandosi sull’importanza del profumo inebriante così forte che nessuno ne è estraneo, tutti sono raggiunti e non possono dire di non averlo sentito, ecco che allora la missione di diffondere il profumo e di mantenersi in questo Profumo originario ci rende capaci di mantenerci fedeli testimoni di questo miracolo di Tenerezza gratuita, come il gesto del bacio, che rimanda ad un Amore originario e eterno.
Il Vescovo ha concluso esortando tutti a prendersi cura dell’affettività personale e familiare, di impegnarsi a prevenire le ferite, soprattutto quelle legate all’affettività, dato spesso che nella Chiesa si dà poco spazio a questa cura, perché l’affettività è anche nelle nostre comunità, esperienze non di persone isolate ma in relazione, dobbiamo interessarci alla vita del prossimo, prendendoci cura gli uni dagli altri.
L’incontro si è concluso con la celebrazione eucaristica e un pranzo comunitario nell’oratorio della Parrocchia dedicata alla Beata Vergine Assunta e la Chiesa a San Giovanni Paolo II.
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